Mercoledì 22 marzo si è svolta la terza tappa del cammino quaresimale della nostra comunità.
“Il suo volto brillò come il sole” il tema dell’incontro, ancora una volta trattato da Padre Nino Caminiti. L’approfondimento ha avuto come tema una delle scene più umane e più belle del quarto vangelo: la scena del Pozzo di Giacobbe. I tanti temi che si intrecciano nel suggestivo racconto della Samaritana al pozzo di Sicàr sono stati motivo di riflessione e confronto da parte dei numerosi presenti.
Gesù, giudeo, attraversa volontariamente la Samaria, territorio ostile, accetta di incontrare coloro che sono considerati nemici ed empi, va a cercare questo popolo disprezzato e si fa samaritano tra i samaritani. Affaticato per il viaggio, sosta presso un pozzo, il pozzo di Giacobbe. È assetato ma non ha alcun mezzo per attingere acqua. Sopraggiunge allora una donna la quale, forse a causa del suo comportamento immorale pubblicamente riconosciuto, è costretta a uscire per strada a quell’ora, l’ora più calda della giornata, quella meno indicata per trasportare il gravoso peso della brocca che dovrà riempire d’acqua, per non imbattersi in quanti la disprezzano.
Gesù le chiede: “Dammi da bere”. Al sentire quelle parole nella lingua dei giudei, ella si meraviglia: qualcuno che è nella sua stessa condizione di assetato le chiede da bere, le chiede ospitalità, ma è un nemico, uno che dovrebbe sentirsi superiore a lei. Una donna samaritana poteva aspettarsi da un uomo giudeo solo disprezzo; egli invece si fa mendicante presso di lei, abbatte ogni barriera. Se una persona non può andare a Dio, è Dio che la va a cercare, perché nessuno può essere escluso dal suo amore: questo insegna Gesù con il suo comportamento. La Samaritana capisce dalle prime battute del dialogo che Gesù è un profeta, perché egli le ha rivelato il mistero della sua vita più intima. Gesù sa che questa donna ha cercato di placare la sua sete attraverso vie sbagliate: ha avuto diversi uomini, ha bevuto ogni sorta di acqua, vittima e artefice di amori sbagliati. Quando ormai il dialogo è entrato nella questione importante dell’adorazione di Dio, la donna giunge a credere che questi è il Messia. Stessa condizione che i Samaritani, più avanti nel brano, riconosceranno in Gesù definendolo “…il Salvatore del mondo”
Il cammino che il brano del vangelo della Samaritana fa compiere al lettore dice come sia possibile giungere alla fede. Anzitutto Dio si avvicina all’uomo: attraversa la sua strada, anche quella che pare la più strana, come quella che Gesù ha scelto di percorrere. A Gesù che passa e si ferma, assetato, non fa impressione il parlare con una donna, per giunta Samaritana, per giunta in stato di irregolarità rispetto alla Legge. Anzi, proprio questi, i peccatori, egli è venuto a cercare, e non i sani: e per questo chiede a quella donna da bere. E ora Gesù potrà mostrarsi come Salvatore
Dopo aver approfondito il brano del Vangelo di Giovanni sono stati creati tre gruppi di lavoro che si sono concentrati sui temi trattati e sulle domande che Papa Francesco rivolge durante la sua omelia, Ne sono emersi spunti di riflessione e confronto anche generazionale di fondamentale importanza per la crescita della intera nostra comunità parrocchiale.
Saverio Mancuso