QUANDO LE MERENDE DIVENTANO ASSEMBLEE PROPOSITIVE PER MIGLIORARE IL TERRITORIO

Una democrazia partecipata, ma con il sorriso. Non chiamatela assemblea, piuttosto “merenda”. Perché ai bambini non importano le regole di noi adulti, però amano dare il loro contributo. Lo hanno fatto in un caldo pomeriggio primaverile al Parco dell’Immacolata, curato ormai da diversi mesi dai volontari dell’oratorio Giovanni Paolo II.

Invitati da Padre Stefano per un momento di ricreazione comunitaria, i ragazzi hanno avuto l’occasione di immaginare il parco giochi dei sogni, fornendo utili indicazioni su come migliorarlo. L’interesse principale resta lo sport, non a caso tra le proposte maggiormente apprezzate vi è stata quella di realizzare una pista ciclabile in cui si possa anche pattinare, campetti da calcio e da pallavolo. A sorpresa, a fare capolino tra gli sport apprezzati dai giovani anche il golf! I più piccini hanno proposto l’installazione di nuovi giochi, sofisticate altalene, scivoli a chiocciola, casette di legno e trampolini. Il parco dei sogni dei bambini, insomma, è un vero e proprio lunapark. Immancabili, naturalmente, i punti di ristoro, con un’attenzione particolare alle intolleranze alimentari.

Maturi e responsabili, sensibili all’ambiente, amanti del bello. Non a caso una tra le proposte condivise da molti è stata l’installazione di cestini per l’immondizia, perché il parco è di tutti e abbiamo il dovere di tenerlo pulito.

A proposito di pulizia! Non è sfuggita ai ragazzi la condizione delle mura di cinta, nel tempo sporcate ed imbrattate in ogni modo. La soluzione passa dall’arte e dal colore. Realizzando dei murales si riuscirebbe, infatti, a trasformare questo spazio in un piccolo museo di street art a cielo aperto!

È giunta dagli animatori la proposta di creare uno spazio al fresco, con tavoli, sedili e tettoie, da utilizzare per vari scopi, tra cui lo studio. L’idea è stata condivisa dalle mamme, che potrebbero sostarvi quando i loro figli giocano.

Il parco giochi dei sogni non è un desiderio irrealizzabile. Lo ha dimostrato Padre Stefano, che affiancato da numerosi volontari è riuscito in breve tempo a trasformare un luogo di perdizione in uno spazio a misura di famiglie.

Sta alla responsabilità di ciascuno di noi, adesso, contribuire a mantenerlo pulito e nel contempo dare una mano per migliorarlo. I nostri figli ci hanno impartito una lezione da non dimenticare.  Con le loro proposte equilibrate, rispettose dell’ambiente e delle diversità, hanno dimostrato maturità, ma anche voglia di pensare in grande, di amare il bello, di apprezzare la condivisione.  Aiutiamoli, dunque, a realizzare il loro sogno e scopriremo di aver esaudito anche i nostri, perché la serenità dei figli è la gioia dei genitori, mentre la condivisione comunitaria di un progetto ci permette di sentirlo nostro e di amarlo!

 

Nadia Maio