Cammino di fede proposto dalla comunità parrocchiale

Catechesi

La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall'isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. (Evangelii Gaudium n° 1)

Raccontare ciò che di bello mi ha conquistato!

Ecco cosa sta alle fonti del desiderio di portare avanti un percorso come quello dell’iniziazione cristiana (altrimenti detto catechesi).

Il bello di scoprire un volto di Dio spesso celato dolcemente nelle esperienze che viviamo, dall’amore della mamma che ci ha dato alla luce, al sorriso di tuo figlio che dice semplicemente “grazie!”. Il bello di scoprire che il nome dell’Amore vero e profondo ha lo sguardo di un Maestro, Gesù, che ha donato addirittura la vita per noi. Il bello di conoscere la storia di tanti uomini e donne di questa Terra che hanno seguito i semi del Vangelo e hanno costruito la loro casa “sulla roccia”.

Le porte del nostro Oratorio si aprono spesso quando i nostri bimbi sono ancora piccoli, quasi sempre attorno all’età delle elementari. Ecco che la tradizione sapiente delle nostre comunità cristiane ha pensato di raccogliere attorno all’ascolto della Parola di Dio e dei sacramenti un percorso di ingresso nel mistero della vita e di Dio, (iniziazione cristiana per l’appunto) cercando di dare il nome alle cose dello spirito e scoprendo un profondo legame che unisce le cose e i volti che incontriamo.

Fondamentale è la presenza dei catechisti e degli animatori che donano il proprio tempo volontariamente a questo racconto della fede.

La catechesi è l’attività che più coinvolge ed impegna la comunità. Catechisti e animatori di oratorio si pongono accanto ai genitori per continuare il cammino dell’Iniziazione Cristiana iniziato nel giorno del battesimo.

La proposta che la nostra Comunità offre è un percorso per bambini che hanno già compiuto il sesto anno di età, esso prevede:

Un primo anno introduttivo utile per iniziare l’amicizia con i catechisti, gli altri bambini e ambientarsi in oratorio. Successivamente si propongono tre anni di cammino per celebrare il Sacramento della Comunione. Nell’adolescenza è prevista la celebrazione del Sacramento della Confermazione. 

Attualmente i bambini ed i ragazzi si ritrovano il sabato e la domenica.  Vengono accolti da giovani e adulti che li seguono con attenzione e premura. 

Tutto questo percorso che accompagna i nostri bimbi ad accostarsi ai sacramenti con più entusiasmo e consapevolezza possibili, non varrebbe a nulla se non ci fosse la partecipazione delle famiglie al percorso dei propri figli. Ecco il senso degli incontri genitori , che cercano di intercettare di anno in anno la necessità di un accompagnamento più ampio dell’ora di catechismo, che possa aprire le porte della casa al cammino intrapreso in parrocchia.

Liturgia

Che cos’è la liturgia?

Se apriamo il Catechismo della Chiesa Cattolica possiamo leggere che originariamente la parola «liturgia» significa «servizio da parte del popolo e in favore del popolo» (n. 1069).

Se la teologia cristiana prese questo vocabolo del mondo greco, lo fece ovviamente pensando al nuovo Popolo di Dio nato da Cristo che ha aperto le sue braccia sulla Croce per unire gli uomini nella pace dell’unico Dio.

«Servizio in favore del popolo», un popolo che non esiste da sé, ma che si è formato grazie al Mistero Pasquale di Gesù Cristo. Di fatto, il Popolo di Dio non esiste per legami di sangue, di territorio, di nazione, ma nasce sempre dall’opera del Figlio di Dio e dalla comunione con il Padre che Egli ci ottiene.

Il Catechismo indica inoltre che «nella tradizione cristiana (la parola “liturgia”) vuole significare che il Popolo di Dio partecipa all’opera di Dio» (n. 1069), perché il popolo di Dio come tale esiste solo per opera di Dio. La liturgia è il luogo privilegiato dell’incontro dei cristiani con Dio e con colui che Egli inviò, Gesù Cristo (cfr Gv 17,3)» (Vicesimus quintus annus, n. 7). Sulla stessa linea, leggiamo nel Catechismo della Chiesa Cattolica così: «Ogni celebrazione sacramentale è un incontro dei figli di Dio con il loro Padre, in Cristo e nello Spirito Santo, e tale incontro si esprime come un dialogo, attraverso azioni e parole» (n. 1153).

Pertanto la prima esigenza per una buona celebrazione liturgica è che sia preghiera, colloquio con Dio, anzitutto ascolto e quindi risposta.

Carità

Per capire che cos’è la carità bisogna guardare a Dio. Infatti, come dice San Giovanni Apostolo nella sua Prima Lettera, Dio è carità (Gv 4,16). La carità è la sostanza di Dio, che unisce il Padre al Figlio nello Spirito Santo e fa delle tre Persone divine un solo Dio, nel quale si attua un unico ed incessante atto di amore. In modo figurato, possiamo dire che Dio ha un solo cuore che batte per tutte e tre le Persone divine e questo cuore è la carità. La carità è un amore che vuole sempre il bene, mai il male, ed è pronto a tutto, anche al sacrificio totale, pur di realizzare il vero bene. Il mistero della carità di Dio risplende nella passione e morte in croce di Cristo, in cui il Figlio si offre al Padre in sacrificio di amore per ottenere agli uomini peccatori il perdono e la grazia. Anche noi riceviamo il dono della carità, con il Battesimo, infatti, Dio infonde in noi lo Spirito Santo, il quale viene in noi per far germogliare e crescere la carità, ossia la stessa vita divina.

“È dunque lo Spirito che è designato in questa affermazione: Dio è amore. Ecco perché lo Spirito Santo, Dio che procede da Dio, una volta dato all’uomo, l’accende d’amore per Dio e per il suo prossimo, essendo lui stesso amore. L’uomo infatti non riceve se non da Dio l’amore per amare Dio […] Anche l’apostolo Paolo dice: La carità di Dio è stata diffusa nel nostri cuori, mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato” (S.Agostino, La Trinità, XV,17,29.31).

Lo Spirito Santo è l’artefice della carità; riproduce in noi gli stessi sentimenti di Cristo per farci diventare «figli nel Figlio».

“Morendo sulla croce, Gesù — come riferisce l’evangelista — « emise lo spirito », preludio di quel dono dello Spirito Santo che Egli avrebbe realizzato dopo la risurrezione. Si sarebbe attuata così la promessa dei « fiumi di acqua viva » che, grazie all’effusione dello Spirito, sarebbero sgorgati dal cuore dei credenti. Lo Spirito, infatti, è quella
potenza interiore che armonizza il loro cuore col cuore di Cristo e li muove ad amare i fratelli come li ha amati Lui, quando si è curvato a lavare i piedi dei discepoli e soprattutto quando ha donato la sua vita per tutti” (Benedetto XVI, Deus caritas est, 19).

Costituiti ad immagine e somiglianza di Dio, possiamo essere inseriti come tralci alla vite in Cristo e portare frutti di carità.

“Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. […] Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. (Gv 15,1-17)